sabato 16 gennaio 2016

La "visita" alla società che gestisce i #rifiuti di #Treviso: alcune impressioni

Innanzitutto mi scuso con i cittadini che avevo avvisato che l'incontro sarebbe stato pubblico, come richiesto in Commissione e come approvato dal Consiglio comunale, ma non era questa la volta buona e l'ho saputo solo giovedì perciò sono riuscito a avvisare tutti tramite il blog solo ieri.

Noi consiglieri comunali abbiamo avuto il privilegio di apprendere, tra le altre cose, che:
  1. quanto pagano i cittadini tramite la tariffa è calcolato in base ai servizi forniti da Contarina e, per quanto previsto dal contratto di servizio stipulato a livello di Bacino Priula (cioè di 50 Comuni assieme), viene aggiornato - a parità di servizio fornito - solo in base alla variazione degli abitanti e di un indice statistico che, ultimamente, è stato negativo;
  2. per le utenze domestiche (i cittadini normali): la parte variabile della tariffa è calcolata dividendo il totale dei costi variabili sostenuti da Contarina per i chilogrammi di rifiuto secco prodotto. Però i costi variabili di Contarina sono solo in (piccola) parte legati al costo di smaltimento del secco;
  3. per le utenze non domestiche dal 2012 al 2014 (con il passaggio da Treviso Servizi a Contarina) il gettito medio pagato da artigiani, imprese, commercianti, ecc. è diminuito per i grandi esercizi (oltre i 750 metri quadri) da circa 15 mila euro a 10 mila euro fuori dal centro storico mentre è salito da 3 mila a 5 mila per quelli in centro storico. Per i piccoli esercizi, analogamente, se fuori centro storico si passa dai 980 euro a 670 mentre in centro storico il costo medio per singolo esercizio aumenta dai 625 euro del 2012 a oltre 700 euro per il 2014.
Questo implica che:
  1. salvo modifiche da concordare puntualmente ed eccezionalmente sul contratto in essere: i cittadini pagano sostanzialmente gli stessi soldi indipendentemente dal loro comportamento (quantità e qualità della raccolta differenziata, rispetto delle regole, ecc.) fintanto che il livello del servizio rimane quello attuale (numero di bidoni utilizzati, frequenza dei passaggi, quantità di caditoie ripulite, metri di strade spazzate, ecc.). Calerebbe solo se fossero chiesti meno servizi;
  2. poiché i costi variabili sono poco influenzati dalla sola voce relativa allo smaltimento del rifiuto prodotto, se anche da domani producessimo la metà di rifiuti non riciclabili (secco) pagheremmo sempre gli stessi soldi, anzi, paradossalmente, la tariffa (a svuotamento per intenderci) aumenterebbe;
  3. con il sistema del Consiglio di Bacino Priula - cioè quello scelto dai 50 Sindaci, o assessori come nel caso di Treviso, che lo costituiscono - il centro storico di Treviso è stato drasticamente penalizzato rispetto al sistema dei tempi di Treviso Servizi con buona pace della tante parole spese sulla volontà di rilanciare i centri storici e le attività commerciali presenti. E il costo dei rifiuti è uno dei pochi fattori esclusivamente legato a scelte politiche dei tanti che rendono sempre più difficile, e per alcuni impossibile, la vita alle attività commerciali in centro storico.
A questo punto l'obiettivo per il 2020 che si sono dati i 50 Comuni del Priula di superare il 96% di raccolta differenziata, quando già oggi è pari all'85%, appare una scelta assai discutibile, anche considerando i benefici ambientali (marginali visti i livelli raggiunti) che ne deriverebbero, perché è assai probabile che spenderemo altre e ingenti risorse facendo lavorare, e pagare, sempre e solo i cittadini "a valle" del ciclo: cioè sui rifiuti.
Se non vogliamo gravare tutto sulle spalle dei cittadini, è necessario agire prima della produzione del rifiuto, cioè nella fase di progettazione e costruzione dei prodotti. Perciò chi si occupa della raccolta dei rifiuti non è il soggetto più adatto, è necessario coinvolgere l'intera società e che le Istituzioni tutte si sveglino, inclusi i Comuni e rispettivi Consigli comunali.

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