Incrociamo le dite, indipendentemente da chi sarà il nuovo Presidente, e auspichiamo che:
- la Provincia di Treviso sia un ente di secondo livello a servizio dei Comuni della marca, di tutti i Comuni, e non solo di alcuni;
- il consiglio provinciale sia il luogo del confronto pacato e collaborativo tra amministratori quali rappresentanti di tutti i cittadini del territorio e non si riduca allo scontro, o alle contrattazioni, tra esponenti di questo o quello schieramento politico o, peggio, tra chi persegue interessi particolari o personali;
- il rapporto tra Provincia e Comuni e le altre istituzioni sia animato dallo spirito di servizio per le nostre comunità e dall'anelito a rappresentare i cittadini tutti e le esigenze complesse e a volte eterogenee dei territori;
- il livello amministrativo provinciale rappresenti il livello di "area vasta" in cui ricomporre, ricucire, organizzare e connettere i disegni e le progettualità locali, con un atteggiamento propositivo, inclusivo e di rispetto reciproco, alla ricerca di armonia e coordinamento tra ciò che a volte è simile e coerente ma che talvolta è differente e dissonante, ma che è sempre complesso, rifuggendo la logica dell'imposizione e della prevaricazione;
- l'ente di secondo livello, come prefigurano le previsioni normative nazionali e non solo, rappresenti e costituisca l’organizzazione amministrativa, anche per mezzo delle sue articolazioni, per superare e assorbire la pletora di consorzi, unioni, intese, aggregazioni e quant'altro si è affastellato finendo, il più delle volte, per moltiplicare i centri decisionali e di spesa, non di rado, privi del personale tecnico-amministrativo adeguato al ruolo che tali soggetti dovrebbero svolgere;
- ci si impegni ai vari livelli istituzionali per invertire il progressivo strangolamento degli enti provinciali sia a livello economico-finanziario sia organizzativo e delle risorse umane determinato da un mal congegnato, disordinato, approssimativo e contraddittorio processo di riordino amministrativo, tornando a investire sulle persone e sui servizi alla comunità;
- sia colta da tutti gli attori istituzionali coinvolti l’occasione per valorizzare, a partite dalle donne e dagli uomini che lavorano e lavoreranno nella Provincia, le risorse, le capacità e le professionalità residue di questo ente rilanciandone la vitalità e la utilità per le comunità locali a cominciare dalla funzione di supporto e accompagnamento nei confronti degli enti locali ampiamente dimostrata da una prassi operativa consolidata negli anni;
- quanto sopra richiamato trovi una prima concretizzazione nella elaborazione e stesura dello statuto della “nuova provincia”;
- infine, si dimostri che il bene della nostra comunità e dei nostri concittadini prevale sugli interessi di appartenenza e schieramento, su quelli particolari e su quelli personali.
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