giovedì 15 settembre 2016

Elezioni provinciali di Treviso, un'opportunità da cogliere.

Dopo le premesse poco rassicuranti speriamo che il futuro porti qualche sorpresa positiva e che a seguito delle elezioni dei nuovi organi della Provincia di Treviso, diventata ente di secondo livello (cioè a elezione indiretta), si realizzino almeno alcuni degli auspici che ho condiviso con alcuni colleghi consiglieri comunali di Treviso due dei quali candidati al consiglio provinciale e che discuteremo in consiglio comunale dopo l'esito del voto.

Incrociamo le dite, indipendentemente da chi sarà il nuovo Presidente, e auspichiamo che:

  • la Provincia di Treviso sia un ente di secondo livello a servizio dei Comuni della marca, di tutti i Comuni, e non solo di alcuni
  • il consiglio provinciale sia il luogo del confronto pacato e collaborativo tra amministratori quali rappresentanti di tutti i cittadini del territorio e non si riduca allo scontro, o alle contrattazioni, tra esponenti di questo o quello schieramento politico o, peggio, tra chi persegue interessi particolari o personali; 
  • il rapporto tra Provincia e Comuni e le altre istituzioni sia animato dallo spirito di servizio per le nostre comunità e dall'anelito a rappresentare i cittadini tutti e le esigenze complesse e a volte eterogenee dei territori
  • il livello amministrativo provinciale rappresenti il livello di "area vasta" in cui ricomporre, ricucire, organizzare e connettere i disegni e le progettualità locali, con un atteggiamento propositivo, inclusivo e di rispetto reciproco, alla ricerca di armonia e coordinamento tra ciò che a volte è simile e coerente ma che talvolta è differente e dissonante, ma che è sempre complesso, rifuggendo la logica dell'imposizione e della prevaricazione; 
  • l'ente di secondo livello, come prefigurano le previsioni normative nazionali e non solo, rappresenti e costituisca l’organizzazione amministrativa, anche per mezzo delle sue articolazioni, per superare e assorbire la pletora di consorzi, unioni, intese, aggregazioni e quant'altro si è affastellato finendo, il più delle volte, per moltiplicare i centri decisionali e di spesa, non di rado, privi del personale tecnico-amministrativo adeguato al ruolo che tali soggetti dovrebbero svolgere; 
  • ci si impegni ai vari livelli istituzionali per invertire il progressivo strangolamento degli enti provinciali sia a livello economico-finanziario sia organizzativo e delle risorse umane determinato da un mal congegnato, disordinato, approssimativo e contraddittorio processo di riordino amministrativo, tornando a investire sulle persone e sui servizi alla comunità
  • sia colta da tutti gli attori istituzionali coinvolti l’occasione per valorizzare, a partite dalle donne e dagli uomini che lavorano e lavoreranno nella Provincia, le risorse, le capacità e le professionalità residue di questo ente rilanciandone la vitalità e la utilità per le comunità locali a cominciare dalla funzione di supporto e accompagnamento nei confronti degli enti locali ampiamente dimostrata da una prassi operativa consolidata negli anni; 
  • quanto sopra richiamato trovi una prima concretizzazione nella elaborazione e stesura dello statuto della “nuova provincia”
  • infine, si dimostri che il bene della nostra comunità e dei nostri concittadini prevale sugli interessi di appartenenza e schieramento, su quelli particolari e su quelli personali.

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